Sono partita da una lana , molto grassa, abbastanza pulita ma parzialmente cardata.
Con molta fatica, poichè la lana rimaneva molto rustica, con fibbre grosse e lunghe, sono riuscita a realizzare questo cappellino molto semplice, il classico da pastore, che con una botta all'apice ha assunto una forma più trendy,
e questa borsa dalla tracolla in yuta.
La borsa ha un'ampia tasca all'interno
e il bottone è un rametto tagliato a misura.
Tutto sommato sono abbastanza soddisfatta, non ci speravo proprio durante la lavorazione: mi sembrava che le fibbre non si sarebbero mai compattate.
Tra le autoctone mi piacerebbe trovarne un'altra specie di colore diverso per poter giocare un pò con le sfumature, ma temo che la "leccese" sia quasi uguale.
6 commenti:
Ciao Giulia, anch'io ho avuto a che fare con questo tipo di lana (la mia era color cammello della wollknol),praticamente idrorepellente, una fatica enorme per infeltrirla, neanche un giro in lavatrice a 40° è riuscita a domarla.
Io a malapena sono riuscita a fare una borsa decisamente più grezza della tua, dopodichè ho riposto, anzi rimosso, il resto della lana in una scatola ed è li che ancora si trova!!!
La fatica che hai fatto rendono ancora più belli (se questo è possibile)e più preziosi i tuoi lavori.
Un caro saluto
Silvia
2 creazioni una più chic dell'altra!
Tu viaggi sempre ad alti livelli :-)
Un abbraccio, elena°*°
Bene, anche io questa primavera utilizzerò della lana di quella zona..
mi fa piacere leggere già la tua esperienza!
Molto bella la borsetta!
ti abbraccio
Cara Giulia, mi piacciono tanto queste creazioni con la lana autoctona.... a vederla sembra così morbida, ma in fondo non sono sicura che lo sia proprio tanto!!!
Mi piace il tuo abbinamento con il manico della borsa di juta e il piccolo rametto per farne il bottone!!!
Un caro saluto
Claudia
..anche tu con la lana autoctona? che bella esperienza..ti dirò prest del mio corso di feltro..bellissima la borsa mi piace molto..a presto
roberta
Bellissima ed elegante questa borsa, sei molto brava !!!
A bientôt.
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